Samanta Tamborini e la Smart Photography, la rivoluzione a portata di mano

Accessibile, comodo e facile da usare. Letteralmente a portata di mano. In tre parole punta, scatta e condividi. Si, con lo smartphone. Le specifiche differenze tra lo smartphone come strumento fotografico e un corpo macchina classico, i sensori, le ottiche e i software integrati. Samanta Tamborini, docente e fotografa professionista, ha incontrato gli studenti del Trieste Photo Lab per raccontare la sua esperienza con la smart photography e condividerne i segreti. Come esporre correttamente? E la post produzione? Il telefono ha il diaframma? Samanta Tamborini ha condiviso con la classe di Trieste Photo Lab tutti i segreti della fotografia con lo smartphone negli spazi del PAG del Comune di Trieste.
Sono tanti gli spunti che Tamborini ha portato alla luce, per una disciplina a lungo snobbata e che ora viene finalmente riconosciuta come tecnica fotografica: “Oggi moltissimi fotografi professionisti integrano la fotografia con lo smartphone al loro flusso di lavoro – spiega – sia per la creazione di contenuti, soprattutto per il mondo social, ma anche nel workflow fotografico”. Anche le foto scattate con gli strumenti tradizionali molte volte “passano poi dagli smartphone – racconta Tamborini – per poter essere editate e migliorate. Anche la fase di scatto passa dallo lì, ad esempio per documentare un backstage o per fotografie con destinazione esclusivamente social, come per la food photography o i blog”. La vera rivoluzione della smart photography è quella di “poter fare tutto con un unico strumento. Avere in mano una foto già di alta qualità e poterla editare e condividere immediatamente”. E aggiunge: “In un momento storico in cui tutti noi fotografi utilizziamo i social la tempestività è un pregio impagabile”.

mb.r

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